Quella
notte sedevo
Sulle rive
del fiume
Trascinando
i bagordi
Al mattino
in arrivo.
Sentii il
pianto, rauco,
dalla voce
interrotta
dalle
lacrime amare,
dai
singhiozzi violenti.
Licenzioso
e volgare
Mi
dicevano alcuni;
egoista e
insensibile
mi
gridavano gli altri:
quella
notte un sorriso,
con dei
gesti gentili
e con
caste parole,
riportai
su quel volto
emaciato,
contuso.
La speranza
in Amore,
da
violenze oltraggiata,
riportò il
suo aleggiare
su
quell’esile corpo,
su quel
tenero cuore.
Con
abbracci e parole,
taumaturgici
gesti,
ritornò
quella gioia
delle
giovani estati;
col
ricordo costante
di ogni
triste esperienza
si curò ogni
dolore,
si conobbe
la vita
tra i
dolori e i piaceri.
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